martedì 13 agosto 2013

A spasso coi troll...

Post by Mr G.

Oggi ci siamo alzati comodamente, e dopo una rapida colazione ci siamo messi in marcia. Abbiamo percorso 150km sotto l'acqua, in una valle circondata da alte montagne con nuda pietra a vista, da cui decine di cascate di tutte le dimensioni si gettavano nel fiume di fondovalle (gonfio e con un livello altissimo, a tratti largo e quasi fermo, a tratti stretto e paurosamente impetuoso!).


 
Poi, finalmente un cartello turistico di colore marrone mi invita a svoltare a sinistra, attraversando uno stretto (nella mia mente anche traballante) ponticello per dirigermi verso: "Trollstigen"! (letteralmente: la "scaletta del troll"!)




Questa parola campeggia nella mia mente da almeno 3 mesi, da quando ho letto per la prima volta della sua esistenza. Wikipedia la definisce così: "un tratto di strada presso Rauma (Norvegia), importante attrazione turistica per la ripida pendenza (9% - 11%) e per gli undici stretti tornanti, che la rendono panoramicamente molto interessante. La strada fu inaugurata il  31 luglio 1936 dal re Haakon VII di Norvegia dopo 8 anni di lavoro"
Quello che Wikipedia non può descrivere sono le sensazioni date dal percorrerla, l'acqua incessante,  la cascata enorme che sembra voler scoppiare dalla montagna, le nuvole incombenti, l'atmosfera cupa e oscura che abbiamo trovato oggi. Da 3 mesi accarezzavo l'idea di percorrere la salita in modalità "maximum attack", come diceva Markku Alen (noto rallysta anni 80, il cui motto era: "Se gommo tiene, io vince gara, se gommo no tiene io come bomba dentro montagna!"), ovviamente questo non è stato possibile, visto il meteo e la quantità di macchine presenti. Abbiamo comunque potuto assaporare i primi due tornanti fatti "allegramente" prima di imbottigliarci dietro ad un pullman, e poi abbiamo fatto diverse soste fotografiche per cercare di immortalare quel po' di panorama che traspariva dal candore delle nuvole.






Arrivati in cima, veloce pit stop e passeggiata verso la piattaforma panoramica, col risultato di esserci lavati (io, in quanto indossavo normali scarpe da tennis) e non aver visto nulla!
Abbiamo proseguito la discesa dal lato opposto del Trollstigen per dirigerci verso Valldal, dove alle 14:45 sarebbe partito un traghetto con crociera sul fiordo. La discesa ci ha inizialmente accolto con nuvole basse e visibilità quasi zero, per poi mostrarci tranquilli pascoli e casette rosse, circondate da campi di fragole (scopriremo poi, che questa zona è la prima produttrice di fragole della Norvegia). La pioggia incessante a tratti sembra contenere dei fiocchi ghiacciati, in cima al Trollstigen c'erano 6 gradi, ai suoi piedi 10. Ai lati della strada abbiamo comunque notato dei cumuli di neve non ancora del tutto sciolta.
Siamo arrivati al molo in largo anticipo, alle 12:30. Il tempo rimanente prima della partenza lo abbiamo impegnato facendo foto, e con un frugale ma goloso banchetto a base di pane nero e salmone affumicato.
Il percorso del traghetto prevede 2 ore e 15 minuti di navigazione, attraverso 3 diversi bracci dello Strofjorden: Norddalsfjorden, Sunnylvsfjorden e Geirangerfjorden.
Da sottolineare come il percorso in traghetto sia costantemente commentato e guidato via altoparlante. Inoltre il commento è assistito da una applicazione (Fjord1) da scaricare sul cellulare, che, collegata al GPS, manda notifiche con la descrizione del paesaggio visibile e dei racconti ad esso collegati (volendo anche in italiano).
Ci siamo imbarcati e abbiamo passato i primi 10 minuti a trovare la posizione ideale per osservare l'ambiente circostante, alla continua ricerca di un compromesso tra il panorama visibile, il vento e la pioggia incessanti, che naturalmente ci hanno perseguitato lungo tutto il percorso. Abbiamo deciso di coprirci alla perfezione e trascorrere tutto il percorso sul ponte più alto, a prua, a poche decine di centimetri dal capitano, appena fuori dal ponte di comando del traghetto.
Inizialmente il tragitto si svolge nel Norddalsfjorden: questa è la parte più antropizzata del percorso: sono visibili strade, paesi ed altri traghetti che ci accompagnano lungo il percorso. Ai lati del fiordo, alte pareti di roccia ricoperte di conifere e rigate di cascate, fanno da contorno al paesaggio (sempre ricoperto da una fitta coltre di nuvole). Lungo l'intero percorso le alte pareti di roccia che ci circondano hanno nel passato ospitato diverse fattorie (coltivazioni e allevamenti), abbandonate in diverse riprese nella storia, a causa delle proibitive condizioni di vita (frane, freddo, valanghe).
Dopo mezz'ora di navigazione, prima di raggiungere Stranda (nel passato importante centro manifatturiero nel settore alimentare e dell'arredamento), il traghetto vira nel Sunnylvsfjorden.
Durante la virata, incrociamo una grossa nave da crociera, diretta verso il mare aperto, e poi il "postalone" Hurtigruten. Qui, tra una foto e l'altra, il prode navigatore (oggi prode nostromo) racconta di avere visto anche per due istanti una grossa schiena blu emergere dall'acqua (il mostro di Lochness o un mammifero marino?).
Infine, prima di raggiungere il villaggio di Hellesylt, il traghetto vira nel Geirangerfjorden, il tratto più selvaggio e caratteristico dell'intero percorso, facente parte del patrimonio dell'umanità dell'Unesco.
Il Geirangerfjorden è sotto la costante minaccia dell'Åkerneset, la catena montuosa che affaccia sul fiordo, e che sta lentamente franando nel fiordo. Ciò potrebbe causare un violento tsunami che travolgerebbe le cittadine di Geiranger e Hellesylt che vi si affacciano in pochi minuti, per questo motivo una rete di controllo situata a Stranda è costantemente attiva.
Le due più importanti cascate del Geirangerfjorden sono quella delle Sette Sorelle e quella del Pretendente. Le sette (più una) cascate si trovano una di fronte alle altre e, secondo una antica leggenda, la cascata del Pretendente "corteggerebbe" le Sette Sorelle. Il fallimento del corteggiamento avrebbe spinto il Pretendente verso l'alcool, come sembra dimostrare una forma simile ad una bottiglia che emerge dal suo profilo.
Il Bride Veil ( il "velo della sposa") è un'altra importante cascata del fiordo, essa è chiamata così per via della sua conformazione che la porta a cadere oltre un bordo roccioso, cosicché quando è illuminata dal sole appare come un velo sottile che ricopre le rocce.
Raggiunto il villaggio di Geiranger (in teoria eremo sperduto dalle montagne, in pratica porto internazionale di navi da crociera enormi, tra cui la gigantesca e fumante MSC Musica), siamo sbarcati per dirigerci a casa.
La strada è proseguita con la salita dal livello del mare fino a 1000 metri, su un'altra strada stretta e con 11 tornanti. Purtroppo a causa del meteo pessimo non ci è stato possibile ammirare e immortalare il fiordo dall'alto (c'è una piattaforma a 1500m di quota, che oggi era immersa nelle nubi).
A completare l'elenco delle possibli occasioni mancate (in una giornata comunque straordinaria), abbiamo scovato e seguito un cartello che annunciava "Elk burger" ("hamburger di alce"), per poi trovare il locale chiuso, motivo in più per trovare il modo di gustarlo un'altra volta.










Arrivati in campeggio, un timido sole ci ha accolto e regalato ancora una volta un'emozione.

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